Ciao Bibliofili,
come tutti in Italia anch'io sto seguendo le direttive del Governo che ci impongono di non uscire. Lo so che molti di noi, più che il restare a casa, non sopportano le privazioni (anche se è per il nostro bene, pensateci!) ma voglio dirvi che "Ha da passà ‘a nuttata" (Eduardo De Filippo), quindi mettiamoci l'anima in pace e forza e coraggio....ma torniamo a noi. Ho deciso di scrivere questo post per parlarvi di un libro che mi ha tenuta incollata alle sue pagine dall'inizio alla fine (seppur con i brividi). In esso l'autore è riuscito a mischiare abilmente sacro e profano, adolescenza e problematiche dell'età adulta in un'unica irresistibile ed inquietante ( per certi versi ) soluzione dal nome "Layla". Chi è Layla? Questa dolce ragazza di 17 anni, goffa, insicura e costretta per sua salute ad affidarsi a zollette di zucchero per non svenire? Ecco! Forse non lo saprete nemmeno alla fine del romanzo, forse ci penserete su e proverete a rileggerlo perché tutto in questo libro è misterioso, avvincente ed arrivati alla sua conclusione non sarete nemmeno certi che lo abbiate letto davvero. L'epilogo è per certi versi chiarificatore per altri ambiguo, in quanto lascia spazio a diverse chiavi di lettura ed è proprio in questo che risiede il suo fascino. Personalmente ho amato gli aneddoti sulla città di Napoli (cornice della storia) che esprimono chiaramente l'impegno e lo studio che l'autore ha profuso in questo libro. Mi ha permesso di riscoprire la mia città con occhi diversi e più attenti agli elementi esoterici di cui è composta per sua natura. Non posso dirvi altro perché voglio che abbiate la mia stessa espressione quando alla fine del libro tutti i nodi verranno al pettine e vi ritroverete a finire un romanzo esclamando : "Cosaaaa???". Vorrei essere lì per guardarvi 😂😂
Non mi resta che augurarvi buona lettura e soprattutto dirvi:☀️andrà tutto bene 🌈.
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